Nel 2013 è stato registrato un significativo innalzamento nell’acquisto di stufe a pellet. Si parla di cifre che raggiungono il 30% in più rispetto agli scorsi anni. Ciò sta a indicare che il pellet inizia a entrare sempre più di frequente nelle case dei consumatori italiani. Ciò dipende ovviamente da un fattore fondamentale: la convenienza.
Nonostante il pellet sia soggetto a un rialzo dei prezzi rispetto all’inverno scorso, resta comunque un’ottima alternativa alle stufe a gas, metano o gpl.
Perché il prezzo del pellet è stato soggetto a rialzi? La risposta è da ricercare negli aumenti dei costi di trasporto del pellet di origine Austro-Tedesca, Svizzera o di combustibile di matrice canadese. L’anno scorso per 15 kg di pellet si andava a pagare intorno ai tre euro e mezzo/quattro. Mentre quest’anno si arriva a spendere fino tra i quattro/ cinque euro e mezzo.
Una caratteristica che va sempre considerata è la certificazione del combustibile: l’alta qualità di un prodotto sicuro è da ricercare in marchi come: il tedesco Din e Din Plus, l’austriaco Onorm, lo svizzero Sn 166000 o il marchio Enplus che si sta diffondendo a livello internazionale.
Considerando che l’80% del pellet italiano è di importazione, bisogna verificare quantomeno il nome del produttore o l’azienda responsabile della commercializzazione. Una volta acquistato, le informazioni inerenti alla composizione, al contenuto residuo di ceneri, al potere calorifico o al contenuto idrico si possono trovare riportate nell’etichetta.
Tutto quello che bisogna fare, se si ha intenzione di passare a una stufa a pellet, è informarsi sui prezzi delle stufe e richiedere consulenza per verificare l’effettivo risparmio che ne potrebbe derivare.