Una scelta orientata alla sicurezza e alla tutela dell’ambiente. Il nuovo libretto per le caldaie, i sistemi di climatizzazione, gli impianti solari e fotovoltaici, le pompe di calore e teleriscaldamento appare indispensabile per la stesura del nuovo rapporto di efficienza energetica. Questa certificazione, prevista dal decreto ministeriale del 10 febbraio 2014, avvalora il giusto funzionamento dell’impianto presente nelle nostre case.
Non bisognerà sostituire il vecchio libretto, ma semplicemente affiancare ad esso il nuovo in modo da segnare le verifiche effettuate su igiene, sicurezza e salubrità degli apparecchi. Chi non si procura tale strumento è a rischio di contravvenzioni salate che vanno dai 500 ai 3000 euro. Più alte le multe destinate a chi che non comunicherà l’esito del controllo: la sanzione amministrativa sarà compresa tra i 1000 e i 6000 euro di pena.
Ogni regione prevede una scadenza diversa per la manutenzione degli impianti; il nuovo libretto, inoltre, dovrà essere richiesto alla ditta che si occupa dei controlli e della pulizia della caldaia. A chiamare il manutentore di tali sistemi di riscaldamento dovrà essere l’inquilino che occupa l’abitazione, anche se in affitto. Qualora fossero indispensabili spese straordinarie, allora, si dovrà contattare il proprietario dell’immobile, mentre in caso di condominio e di riscaldamento centralizzato ad occuparsene dovrà essere l’amministratore.
Il tecnico, delegato a redigere il rapporto di controllo alle istituzioni preposte, segnalerà nel caso il bisogno di effettuare una revisione annuale. Tale rapporto di efficienza energetica non comprende i condizionatori domestici che sono solitamente caratterizzati da una soglia di potenza inferiore ai 12 Kw. La normativa include, invece, le normali caldaie domestiche: esse sono oggetto di controlli annuali e prevedono il cosiddetto bollino blu per quanto riguarda la verifica dei fumi, la pressione del gas ed il controllo del bruciatore della caldaia. Il bollino indica il corretto e sicuro funzionamento della caldaia.
È chiaro che il rilascio di questo contrassegno non va confuso con la manutenzione periodica dell’impianto che va comunque fatta indipendentemente per scongiurare un eventuale malfunzionamento del sistema. Quando un impianto funziona in maniera regola si ottengono vantaggi anche sul versante finanziario: un contenimento dei consumi energetici, oltre che la riduzione dell’inquinamento atmosferico.
La revisione e la manutenzione delle caldaie sono operazioni che cambiano in base alla potenza termica dell’impianto: le caldaie che presentano una potenza superiore ai 35 kW e che risultano installate nei condomini con sistema centralizzato, devono essere controllate ogni anno. Diverso il caso della caldaie con potenza nominale termica inferiore o uguale a 35 kW, presenti nelle abitazioni civili: questi impianti hanno bisogno di una manutenzione ed una revisione che variano sul piano temporale a seconda dell’età dell’impianto e del combustibile usato per l’alimentazione.
Se le caldaie non presentano come fonte di alimentazione il gas, la revisione va effettuata ogni anno. Se, invece, sono alimentate con combustibile gassoso e magari installate da più di 8 anni, i controlli vanno eseguiti ogni due anni; quando l’installazione è stata realizzata prima o entro gli 8 anni, la pratica di revisione e di manutenzione dovrà tenersi ogni 4 anni.
Quando la caldaia presenta come combustibile (solido o liquido) legna, pellet, gpl e gasolio, la revisione deve essere realizzata ogni anno. Questi controlli sulle caldaie, sugli impianti fotovoltaici e sulle pompe a calore risultano indispensabili per garantire il corretto funzionamento dei sistemi di riscaldamento e al contempo evitare danni alle componenti più costose. Una volta eseguita la diagnosi, il tecnico- manutentore trasmetterà agli enti preposti il rapporto di controllo.